Le api: le più veloci a scegliere i percorsi

Un recente studio ha scoperto che le api sono in grado di risolvere problemi matematici complessi, mentre sembrano vagare piacevolmente da un fiore all’altro cercando il polline.

Anni e anni di ricerca hanno tenuto occupate le menti dei migliori scienziati mondiali per risolvere quello che è noto come “problema del commesso viaggiatore”: data una rete di città, connesse tramite delle strade, trovare il percorso di minore lunghezza che un commesso viaggiatore deve seguire per visitare tutte le città una e una sola volta. Con l’avvento dei computer, poi, si sono trovati metodi alternativi e sicuramente più rapidi per trasferire i dati più velocemente possibile da un punto all’altro della rete. Questo recente studio ha però stravolto la credenza che il calcolatore fosse lo strumento più rapido a risolverlo: a battere anche i più potenti calcolatori sono le api.
bee at work

Questi insetti, infatti, sono in grado di trovare facilmente la strada più breve possibile per volare da un fiore ad un altro, scegliendoli in maniera del tutto casuale. E se i calcolatori riescono grazie al progresso tecnologico a risolvere il problema valutando tutte le possibili rotte e scegliendo quella che risulta essere più breve, le api sono invece in grado di porre rimedio al problema in maniera nettamente più rapida, con un cervello all’incirca di 1 millimetro cubo.

Il dottor Nigel Raine, docente della School of Biological Sciences all’Università di Londra, spiega che «le api utilizzano molta della loro energia per volare, e dunque cercano sempre la rotta che permette loro di volare il minimo possibile. Nonostante il loro piccolo cervello, sono in grado di effettuare operazioni straordinarie. Abbiamo bisogno di capire come riescono a risolvere il problema del commesso viaggiatore senza l’utilizzo di un computer».

Attraverso l’utilizzo di fiori artificiali, controllati da remoto via computer, gli studiosi sono stati in grado di comprendere come alle api bastino pochi minuti di esplorazione per rintracciare immediatamente i percorsi più brevi. Niente calcoli elaborati, né tanto meno computer ultra-sofisticati, ma semplice spirito d’adattamento alle situazioni esterne, e l’ennesima conferma che le teorie di Darwin sull’evoluzione delle specie animali rappresenta una delle verità scientifiche più palesi.

La ricerca mette inoltre in evidenza come i computer, per quanto potenti, non siano in grado ancora di stare al passo con le sterminate potenzialità offerte dalla mente degli esseri viventi. Se a tale studio seguisse uno in grado di scoprire il meccanismo alla base di questa importante capacità delle api, i risvolti sarebbero epocali: a giovarne sarebbe il traffico cittadino di tutto il globo, grazie ad un metodo alternativo per la risoluzione di uno dei più difficili problemi posti dalla mente umana.

[ Fonte | www.webnews.it]

L’iniziativa insetti impollinatori

Raccolti a rischio per la carenza di impollinatori: il Regno Unito vara un’iniziativa per comprendere i motivi della crisi.

L'”allarme api” è stato lanciato in tutto il mondo già qualche anno fa. Oggi il declino degli insetti impollinatori (selvatici e domestici) sembra inarrestabile, ed è accompagnato da un altrettanto inarrestabile declino delle specie floreali selvatiche. Per comprendere i motivi di questa crisi, ma soprattutto capire come fiori e api siano collegati nasce nel Regno Unito la Insect Pollinators Initiative.

Gli scienziati non danno infatti per scontato che la diminuzione della biodiversità delle specie vegetali dipenda dal minor numero di impollinatori (fondamentali per la riproduzione). Potrebbe anche darsi il contrario, e i ricercatori inglesi sono intenzionati a scoprirlo. L’iniziativa prevede nove progetti di ricerca distinti e un finanziamento di circa 12 milioni di euro (dieci milioni di sterline) spalmato su cinque anni.


L’argomento non è interessante solo per la difesa dell’ambiente e della biodiversità. Ha infatti un enorme peso economico. Molte specie agricole dipendono per la loro riproduzione dagli insetti impollinatori che garantiscono la fecondazione trasportando il polline (gamete maschile) sugli ovari (dove è contenuto l’uovo, il gamete femminile) di un altro individuo. Senza l’azione impollinatrice le piante non possono riprodursi.

Gli esperti hanno calcolato che se dovessero sparire tutti gli insetti impollinatori nel solo Regno Unito il danno economico sarebbe di più di 500 milioni di euro ogni anno (circa il 13% prodotto agricolo britannico)

I progetti varati dall’iniziativa intendono indagare la relazione di causa-effetto fra le specie vegetali e gli insetti, e mettere a punto strategie per ribaltare il trend negativo attuale. “Determineremo quali impollinatori, selvatici e domestici, contribuiscono all’impollinazione dei raccolti che dipendono dagli insetti per la riproduzione e indagheremo anche se la scarsità di impollinatori limita la produzione agricola nel Regno Unito”, ha commentato Koos Biesmeijer, un ricercatore dell’Università di Leeds coinvolto nei progetti.

[ Fonte | Ulisse ]